L'8 dicembre 1942 papa Pio XII consacrò il mondo al Cuore Immacolato di Maria e il 28 marzo dell'anno successivo il clero francese confermò la consacrazione della Francia. Per raccoglierne la ratifica a livello individuale, quattro riproduzioni del simulacro di “Notre-Dame de Boulogne-sur-Mer”, percorrendo quattro itinerari diversi, visitarono le diocesi di tutto il territorio nazionale, compreso quello oltre mare, suscitando entusiasmo e disapprovazione, comunque richiamando una grandissima partecipazione.
Si tratta del più grande itinerario mariano del Novecento indicato con il termine “Grand Retour”, che in 60 mesi, dal 1943 al 1948, interessò 16.000 parrocchie e 83 diocesi.
Il presente studio storico-religioso si propone di analizzare il fenomeno alla luce degli eventi socio-politici che accompagnarono il secondo conflitto mondiale, destrutturando la polisemia del termine “Retour”, per isolare le finalità spirituali da quelle politiche ed individuare le implicazioni socio-culturali del viaggio mariano. Se la spinta evangelizzatrice e anti-comunista, condivisa dalle rarissime fonti laiche, risulta abbastanza evidente, in questa sede si tratterà di dimostrare il legame degli eventi religiosi con la questione dell'identità nazionale francese nelle sue varianti storico-geografiche ed il potere aggregativo e salvifico della festa mariana nei momenti di crisi individuale e collettiva, quando la disperazione e la speranza si contendono il cuore di una comunità lacerata e attonita e nell'emergenza il ricorso alla maternità divina della Madonna si propone come unica garanzia dell'umanità dell'uomo.